La comunità è luogo del controllo e delle privazioni. La galera costringe all'ozio forzato, la comunità al suo contrario: il lavoro forzato, anche nei confronti di se stessi. Ho conosciuto diverse galere, in vari angoli d'Italia. A ogni intreccio di ruvidi sacchi in spalla lasciavo qualcosa di più che compagni e cose. Davanti a un nuovo cancello mi assaliva il timore dell'ignoto: eppure le sbarre, le divise, le celle, gli odori, gli occhi fissi e vicini, la disperazione disseminata nella solitudine dei pensieri e dissimulata nella sicurezza dei gesti erano esattamente gli stessi che avevo perduto per un momento nelle catene del viaggio. Ho poi vissuto dall'interno due comunità: la clinica, costruita da un prete, e il rifugio, voluto da un frate; ne ho osservate, con sguardo rapido o ascoltando racconti intrisi di gratitudine e rancore, molte altre.
Auguri Note di copertina Giuliana Sgrena è giornalista e scrittrice. Storica inviata del «manifesto», ha realizzato numerosi reportage dai teatri di guerra del Medio Asia e dell'Africa, tra cui l'Iraq, l'Afghanistan, l'Algeria e la Somalia. Per il Saggiatore ha pubblicato «Rivoluzioni violate» Quando si tratta di discriminare la femmina, le principali religioni monoteiste sono tutte d'accordo. Ogni donna sarà etichettata come figlia di Maria o figlia di Eva: la donna è l'origine del peccato, la tentatrice che seduce e porta alla perdizione. E allora la religione, alibi del patriarcato, serve per opprimere e sconfiggere, secolo dopo cent'anni, millennio dopo millennio; e allora serve un dio maschio, un figlio di dio maschio, un profeta maschio, sacerdoti maschi. Norme, tradizioni o costumi hanno l'unico scopo di perpetuare il ispezione sociale sulla donna, spesso grazie alla sua pia connivenza, ancora più addensato attraverso l'assuefazione alla violenza. Giuliana Sgrena svela e denuncia tutte le forme di questo odio nei confronti delle donne.
Il rapporto della fiaba con il alimentazione è costante: non ci sono approssimativamente fiabe dove non si consumi alimentazione, dove non si parli di cose da mangiare. Intorno al cibo ruotano tante cose, ruota la vita. Il cibo è sempre stato nella attivitа dell'uomo e della società un componente basilare, non solo come sostentamento, bensм nel suo aspetto simbolico. È ceto sempre usato come mezzo per avvicinare relazioni, per conoscersi meglio. Questo è un argomento che mi attrae per molti motivi.
Ci tiene in pugno, ci umilia, ci rende peccatori senza salvezza. E' il feroce peccato più diffuso, che ci assedia ovunque di immagini allettanti e irresistibili, è la lusinga diabolica affinché infrange i buoni propositi, è l' ambigua consolazione- perdizione che si abbatte sulle nostre debolezze e inquietudini, perdendoci senza consolarci. La fame e l' abbondanza. Storia dell' alimentazione in Europa, ultima una Storia dell' alimentazione cartello con lo studioso Jean-Louis Flandrin.
Addirittura se la tua interna voce ti aveva fatto comprendere il movente di Satana per attirarmi al senso, ho preferito parlarne Io. E non vi pensare oltre. Lo avrei voluto per rispetto al piccolo fanciullo i cui occhi vedono Dio, e lo avrei voluto perché questo mi avrebbe testimoniato dello stato del vostro animo, affinché Io desidererei giusto anche nelle sfumature più leggere. Nulla vi è di insignificante e di inutile e di trascurabile nella giustizia.