Erano giorni che continuavo a pensare a Valeria, al suo profumo, alla sua pelle delicata, al sapore della sua fighetta stretta. Il mio cazzo diventava enorme ogni volta. Spingeva contro la patta dei pantaloni e mi faceva male. Avevo una voglia infinita di lei, ma non volevo solo scoparla, ma la volevo dominare completamente. Volevo far diventare il marito un cuckold e scoparmi Valeria davanti a lui. In uno spogliatoio si dice di tutto e lui avrebbe potuto ammirare le mie dimensioni e gli avrei potuto mostrare anche qualche mio video con Carla o qualche altra mia scopamica. Continuavo a messaggiare con Valeria e le mie conversazioni con lei erano sempre più hot.
Queste sono solo alcune ore, delle semplici ore quotidiane, passate da una dama, una qualunque tra altri milioni di donne… la signora in questione sono Io. E adesso preparatevi a accedere nella mia mente per vedere e per sentire come vedo e sento Io. Vivrete con me le mie stesse esperienze e proverete i miei stessi sentimenti… siete pronti? Naturalmente pioviggina, e la pioggia, invece di ispirarmi scene bucoliche e pomeriggi romantici, mi ricorda che sta là fuori, pronta, in agguato. Pozzanghere, freddo, schizzi fangosi dalle ruote degli automobilisti villani e strafottenti. Siamo nel mio ufficio; settimo piano; un salone squallido e deprimente… definito, con fantasia: Open Office. Nella realtà: un Lager. Puttaniere… merda… ti rovino! La merda era in apparecchio con la puttana extracomunitaria: stanno raggiungendo la Puglia per il week end… Porco e Puttana, insieme… — si soffia il naso rosso — ed io e i ragazzi a abitazione, senza soldi.